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L’area di intervento è localizzata all’interno delle superfici destinate a vigneto, ed in posizione dominante rispetto allo sviluppo dei filari.
Il complesso edilizio è costituito da due distinti corpi di fabbrica adiacenti e comunicanti, destinati a contenere, l’uno, tutte le attrezzature necessarie alla vinificazione in azienda ed al successivo stoccaggio ed invecchiamento del prodotto finito e, l’altro, le attrezzature agricole e gli spazi per la loro manutenzione. I due volumi si articolano intorno al vano tecnico posto al centro, occupato dalle apparecchiature per il controllo degli impianti.
I fabbricati sono stati completamente interrati al di sotto del terrazzamento esistente, sfruttando il naturale andamento in sezione della morfologia del terreno, e ricoperti dal terreno proveniente dallo scavo di sbancamento.
I due corpi di fabbrica sono allineati secondo un asse longitudinale Nord-Sud, e leggermente ruotati l’uno rispetto all’altro in maniera da assecondare il naturale movimento circolare delle curve di livello della collina. In tal modo i fronti, non complanari, e non contemporaneamente percepibili nel loro intero sviluppo lineare, tendono piuttosto a ridursi a causa della visione prospettica dovuta allo “scorcio”.
I corpi di fabbrica sono accompagnati alla sommità del fronte esterno da una pensilina rivestita in acciaio corten, a sbalzo sulle pareti esterne, con aggetto variabile da un minimo di 50 cm fino ad un massimo di cm 200 in corrispondenza degli accessi, e che, segno grafico oltre che funzionale, segue lo sviluppo dei fronti con autonomo e differenziato sviluppo narrativo.
L’obiettivo progettuale, teso alla sostanziale “integrazione” con i luoghi, si fonda essenzialmente su due principi caratterizzanti.
Il primo trae ispirazione diretta dalla cantina tradizionale, storicamente di piccole dimensioni, coerentemente proporzionata alle capacità produttive dell’azienda agricola, più calata nel territorio e più capace di esprimere l’identità dei luoghi. Nel progetto si ripropone la funzione primaria della cantina quanto a semplicità compositiva, intesa come mero luogo di trasformazione e conservazione dei vini. La cantina è progettata in maniera “essenziale”, badando alla funzionalità, e limitando l’esercizio della forma allo stretto indispensabile, secondo i tipi dell’architettura rurale, pur continuando a rispondere a precise esigenze funzionali ed operative. Il riferimento all’architettura tradizionale, quasi una “citazione”, è qui evidente nella tipologia dell’accesso alla barricaia direttamente dalla strada interpoderale, attraverso il portoncino in legno a tutto sesto sul fronte seminascosto.
Il secondo principio rimanda direttamente alle tecniche costruttive ipotizzate, sia per quanto concerne il posizionamento della cantina rispetto al contesto, sia per quanto concerne i materiali utilizzati.
L’interramento della cantina riduce al minimo l’impatto ambientale dell’opera nella percezione del paesaggio agrario, favorisce la creazione di un microclima interno ideale per l’invecchiamento dei vini, e contribuisce alla riduzione dell’impegno energetico per la climatizzazione artificiale degli ambienti.
Il processo di integrazione con la semplicità del paesaggio agrario condiziona, infine, la scelta dei materiali utilizzati. E così la pietra locale, materiale tipico dell’architettura rurale storica, è qui adottata per il rivestimento di tutte le superfici esterne.