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IL CONTESTO
Il paese di Sedrina è situato all’imbocco della Valle Brembana e dista circa 15 Km da Bergamo. Il comune conta una popolazione di 2.500 abitanti distribuita tra il nucleo principale di Sedrina, la frazione di Botta e altri centri minori. Storicamente il territorio si è costruito su un sistema di piccoli insediamenti sorti lungo i percorsi che risalivano la valle fino ai transiti diretti a nord. Per la loro particolare posizione geografica e topografica questi piccoli centri hanno sempre rappresentato luoghi privilegiati al transito, alla sosta, e allo scambio commerciale. Nel corso del XIX secolo la costruzione di una serie di ponti sospesi sul fiume Brembo contribuì in modo decisivo alla trasformazione del paesaggio e dei nuclei abitati. L’imponente infrastruttura del viadotto, deviando i flussi di traffico all’esterno del centro abitato, ha fatto perdere il ruolo e la funzione che per secoli i borghi arroccati lungo i pendii avevano svolto. Il paese di Sedrina, come altri centri della Valle, si ritrova ad essere isolato e ai margini del nuovo quadro di relazioni tra territorio montano e sbocco verso la pianura e il capoluogo.
La riedificazione del complesso parrocchiale di Botta di Sedrina, operata nella prima metà del ‘900, aderisce pienamente a questa trasformazione urbana e territoriale. La vecchia chiesa seicentesca posta lungo la strada principale che attraversa la frazione, ormai insufficiente per assolvere alle esigenze della comunità viene trasformata in oratorio. Nel maggio del 1933, su progetto dell’ing. Gianfranco Mazzoleni, si inizia la costruzione di un nuovo complesso parrocchiale situato in luogo centrale, poco a sud del nucleo più antico, disposto in posizione panoramica su un pianoro ricavato lungo il pendio ben visibile dal nuovo asse di attraversamento stradale. La nuova chiesa, di forme semplici e austere, è costituita da un’unica grande navata con due cappelle e presbiterio, l’esterno è caratterizzato da un monumentale nartece a tre fornici che rappresenta il tema di facciata. La nuova chiesa viene inaugurata nel 1936 anche se incompiuta in alcune parti. Tra gli anni ’40 e ’50 vengono realizzati alcuni lavori di completamento e finitura, tra cui le decorazioni del presbiterio e la costruzione del campanile. Nel corso degli anni Settanta la chiesa è oggetto di nuovi interventi volti da un lato al completamento delle finiture della fabbrica storica, dall’altro all’adeguamento degli impianti e alla riorganizzazione dello spazio liturgico: nel ’71 si realizza l’impianto di riscaldamento ad aria, mentre nel ’72 viene ristrutturato il presbiterio in conformità alle norme liturgiche del Concilio Vaticano II con l’introduzione del nuovo altare rivolto verso la navata, realizzato in marmo bianco botticino e marmo grigio di Albino. Nel ’73 i lavori si spostano nella navata dove oltre alla ritinteggiatura di pareti e volte, viene posato lo zoccolo perimetrale in lastre di marmo arabescato orobico grigio-rosa e il pavimento in sfero-granito rosa di Baveno.
IL PROGETTO
Il progetto iniziato nel 2012 da CN10 architetti costituisce una rilettura generale della fabbrica rimasta incompiuta e riguarda sia l’esterno, con il completamento di facciate laterali e sagrato, sia l’interno con il rifacimento del pavimentazione per l’installazione di un nuovo impianto di riscaldamento con pannelli radianti a pavimento.
Considerata l’entità dei lavori il progetto è stato pensato in tre lotti funzionali d’intervento: lotto 1 adeguamento impianti e nuovo pavimento interno, lotto 2 facciate laterali, lotto 3 spazio dei sagrati. Nel settembre 2014 è stato concluso il primo lotto con la realizzazione della nuova pavimentazione interna.
L’inevitabile rimozione del pavimento, necessaria per la realizzazione del vespaio e dell’impianto di riscaldamento, ha imposto una scelta precisa sui materiali e sul disegno del nuovo. Scelte che sono state operate dopo un’attenta analisi dei materiali, delle finiture e dei colori già esistenti. Nello spazio del presbiterio gli arredi liturgici, le panche e il semicerchio del coro barocco appartenente all’antica parrocchiale danno luogo ad un’articolata combinazione di marmi, legni e graniti: granito rosso, botticino, giallo roano, occhialino, grigio di Albino, legno di noce lucido e cerato. Nella navata il basamento perimetrale in arabescato orobico grigio-rosa si lega ai gradini degli altari in marmo grigio. Tutte le finiture sono lucide e riflettenti. L’immagine d’insieme e il carattere generati da questi materiali e finiture sono da conservare e legare con il nuovo pavimento.
La nuova pavimentazione realizzata con lastre di Zandobbio e inserti di marmo Arabescato Orobico, risponde pienamente alle aspettative, valorizzando l’insieme delle preesistenze in un impasto di toni e colori più chiari e leggeri contraddistinti dall’inversione cromatica e dimensionale tra navata e presbiterio. Il disegno e la composizione delle lastre rappresenta una variazione compositiva che concettualmente deriva dalle misure e dai ritmi presenti nella chiesa stessa. In particolare si è compiuto un lavoro di reinterpretazione sulla partizione della facciata originaria di progetto e sul disegno delle finestre, due aspetti che connotano fortemente l’identità del manufatto.
Altra riflessione svolta riguarda l’asse longitudinale che attraversa l’intera navata e collega lo spazio d’ingresso al presbiterio. La pavimentazione preesistente evidenziava quest’asse con due fasce di pavimentazione più scura, individuando il percorso principale. Il progetto riconosce l’importanza di quest’asse ma propone di non vincolare in modo così evidente il disegno della pavimentazione, risolvendo l’accentazione dell’asse longitudinale con un effetto in dissolvenza. La presenza dei listelli in Arabescato Orobico diminuisce verso il centro della navata, mentre la maggiore intensità laterale garantisce un più coerente e armonioso legame con il basamento esistente del medesimo materiale.