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L’appartamento si trova in pieno centro storico a Brescia. Nasce dalla conversione di un complesso ecclesiastico del XVII. La partizione sulla quale si interviene fu utilizzata come museo diocesano negli anni ’60 del XX Secolo. L’approccio progettuale non poteva prescindere né da un’attenta analisi del contesto strutturale né dalla comprensione della poetica di spazi e materiali. Il risultato è uno spazio sapientemente recuperato e risanato nelle sue parti strutturali pervaso da un’atmosfera cosmopolita, un vivace intreccio di tinte ed oggetti che attraversano le epoche e parlano nuovi linguaggi. Accenni di modernariato e uno stile metropolitano assicurano spazi eclettici. I soffitti, più di quattro metri di altezza, sono stati ribassati per l’alloggiamento di sistemi di canalizzazione e domotica all’avanguardia mentre l’aspetto neutro dei muri perimetrali in mattoni ridipinti di bianco fa da cornice alla selezione di arredi . Il punto nevralgico dell’appartamento è rappresentato dalla cucina la cui doppia altezza ha permesso di soppalcare l’ambiente; attraverso una scala “scarpiana” a gradini alternati in legno nero e ancorati ad una quinta realizzata in legno dogato grigio, si accede al soppalco con struttura in acciaio corten. Gli elementi d’arredo di gusto industriale con piani in basalto e strutture in legno di recupero si alternano a moduli tecnologici propri delle cucine professionali.
Il ribassamento degli alti soffitti ha permesso di elaborare uno studio illuminotecnico in grado di rendere protagoniste le opere d’arte contemporanea presenti e sottolineare le particolari geometrie studiate per le partizioni interne. Anche l’arredo-luce nasce dalla volontà di recupero e reinterpretazione; ne è un esempio il grande lampadario della sala da pranzo realizzato su disegno e composto da paralumi anni ‘60 in vetro dalle tinte calde con base in lamina d’acciaio dalla forma organica. Sparse un po’ ovunque lampade storiche della grande tradizione del lighting design italiano, da Flos a Fontana Arte ad Artemide. Il camino passante introduce la zona living nella quale convivono un divano in pelle bianca anni ’70, il coffee table ad anello di Andrew Martin, le poltrone B&B in velluto nero accompagnate da divani disegnati ad hoc e rivestiti in lino belga color antracite.
Nella zona notte, grandi armadi boiserie laccati color greige si alternano a pareti rivestite in iuta resinata. I tavoli in betulla brushed introducono elementi della natura, dando luogo ad atmosfere rarefatte. Il giardino è ricavato all’interno di vecchi muri rivestiti da vegetazione ed è organizzato su due livelli per ricreare l’atmosfera tribale dell’accoglienza che contraddistingue il modus vivendi dei proprietari.