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la sala teatrale prima dell’allestimento dell’apparato decorativo dal palco di regia
la sala teatrale prima dell’allestimento dell’apparato decorativo dal palcoscenico
l’ingresso
la prima di inaugurazione
il foyer
il prospetto principale
la scala di raccordo fra piano terra (platea) e interrato (foyer)
foyer
vista sull’ingresso principale
ridotto al terzo ordine
cortile interno con torre dell’antica cinta muraria di epoca normanna
la sala dal palcoscenico
Edificato tra il 1835 e il 1838 al limite Est del nucleo antico della città di Bitonto, a confine con l’espansione ottocentesca, per volere di ventuno nobili famiglie bitontine, il teatro Umberto I° fu ispirato al cosiddetto teatro all’italiana, costituito cioè da più ordini di palchi sovrapposti planimetricamente a ferro di cavallo. I lavori furono ultimati nel 1838 e il teatro venne inaugurato il 15 Aprile, giorno di Pasqua, con la "Parisina" di Donizetti. L’avvenimento, come si rivela dai giornali dell’epoca ebbe una vasta risonanza in terra di Bari, luogo dove il Teatro Umberto era uno dei primi esemplari realizzati.
Va detto subito, peraltro, che nonostante fosse sorto per una reale esigenza di un teatro stabile, che lo portò ad ospitare varie rappresentazioni, come può desumersi dai vari permessi rilasciati dal Comune alle compagnie, il Teatro Umberto fu scarsamente usato, infatti in un documento della Provincia di Bari in cui si fa un censimento dei teatri della provincia, si legge che il "reddito annuale preventivo" non può desumersi perché rarissimamente aperto in pochi giorni dell’anno. A seguito dell’accrescersi del numero dei proprietari dovuto alla morte di alcuni di loro e al subentrare di più partecipanti per quota, si affida la gestione della società teatrale ad una apposita persona sia per la parte amministrativa che per quella di funzionamento vero e proprio. A partire dagli anni venti del secolo scorso si sussegue una serie di gestori mentre alla fine degli anni trenta il teatro viene usato anche come cinema cittadino, in seguito all’installazione di una rudimentaria cabina di proiezione nel cosiddetto palco reale.
L’edificio va così perdendo la sua originaria funzione di teatro ed é l’esclusivo uso cinematografico che riesce a tenerlo in vita. A metà degli anni cinquanta però anche questa residua utilizzazione si esaurisce ed inizia così il degrado dell’opera reso più rapido dalla sua totale chiusura.
Tant’è che il 25 febbraio 1972 le tre capriate della parte relativa alla platea cadono, devastando in modo irreparabile le strutture dei palchetti e coinvolgendo il magnifico plafone decorato con oro zecchino che le celava.
Gli interventi che vengono effettuati sino al 1989 sull’edificio sono esclusivamente mirati all’eliminazione dei pericoli di crollo di parti prospicienti le pubbliche strade e vengono fatti a cura e spese del Comune di Bitonto, data l’inerzia dell’ormai innumerevole schiera di proprietari.
Il Comune di Bitonto espropria nel frattempo l’immobile e comincia ad adoperarsi per la salvaguardia dei resti, poi, dotatosi di un progetto esecutivo, procede all’appalto dei lavori di “Recupero del Teatro Umberto I°“ che vengono iniziati il 19/06/1998.
Il recupero funzionale si è basato sul ripristino dell’originaria funzione di teatro e su altre, perfettamente compatibili, che consentissero di avere l’edificio come riferimento culturale della città.
Si è quindi realizzato un edificio più flessibile, capace di contenere più attività di carat