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TAVOLA 02
TAVOLA 03
LE RICHIESTE DEL BANDO, RECUPERO DELLA MEMORIA E ISTANZE DI TRASFORMAZIONE
L’istallazione di una fontana effimera nella Piazza del Duomo di Termini Imerese per esigenze di scena legate alle riprese di un film ha di recente ravviato una rivendicazione dello spazio urbano che rappresenta il fulcro culturale, sociale ed economico della città. Il Comune già in precedenza, interpretando e raccogliendo un’istanza collettiva, aveva messo in atto delle istallazioni volte a far prevalere la funzione pedonale rispetto a quella veicolare con la progressiva riduzione dello spazio di parcheggio: da luogo di passaggio e attraversamento a spazio di sosta e di incontro.
E’ con questa finalità che abbiamo affrontato il progetto di riqualificazione architettonica e ambientale della Piazza Duomo: restituire uno spazio alle attività della vita sociale urbana moderna. Nello stesso tempo il bando esprime una opzione chiara per un progetto che affronti il tema attraverso una operazione di recupero della memoria, riconoscendo un importante valore al ruolo storico di questo spazio sebbene le testimonianze materiali siano oggi esigue, invisibili o solo documentate.
La piazza Duomo è il luogo della città che sintetizza l’identità urbana non solo per la sua funzione pubblica dovuta alla presenza del Municipio e della Matrice ma anche per la sua posizione, per le relazioni che varie parti di città hanno con questo spazio e per i segni della stratificazione di ventisei secoli di storia urbana.
La posizione rilevata su di un promontorio proteso su tre lati verso il paesaggio conferiscono una grande apertura alle visuali dell’invaso: le vie che convergono sulla piazza traguardano verso il mare, il porto e la città bassa, enfatizzando il vuoto e contribuendo al pari delle cortine edilizie a definirlo. La gerarchia fra vuoto e pieno, chiusura e apertura viene sovvertita: la piazza, per definizione spazio vuoto, circondato dal pieno del tessuto urbano, in questo caso si erge su di un pianoro proteso verso il vuoto; così come la chiusura delle cortine edilizie viene interrotta dall’apertura sul paesaggio.
La posizione geografica stessa contribuisce a rendere la piazza un margine urbano, confine fra aree diverse. La piazza Duomo segna infatti un margine molto forte, anche perché in alcuni casi impenetrabile ai movimenti trasversali di attraversamento. E’ il margine dei quartieri medievali che si estendono a Sud Est, impenetrabili o quasi al traffico veicolare, perché caratterizzati da scalinate. E’ in posizione marginale rispetto alle fortificazioni cinquecentesche che delimitano il limite Nord del tessuto urbano. E’ il margine della città costruita rispetto ai giardini della Villa Palmeri, della Serpentina e del Belvedere, costituendone il trait d’union con la massa vegetale dei ficus che copre quasi un terzo della sua superficie. E’ il margine della città alta rispetto alle parti urbane altimetricamente sottomesse della città bassa.
Tutte le caratteristiche precedenti, insieme alle funzioni che si attestano su questo spazio, rendono la piazza un nodo strategico, punto focale dei percorsi urbani e delle funzioni pubbliche, religiose e ricreative. L’accesso alle funzioni definisce gli ambiti e le zone di influenza variando nel corso della giornata e delle stagioni in un rapporto di condizionamento reciproco dello spazio. Gli eventi pubblici e religiosi (concerti, processioni, cortei) modificano in modo più o meno temporaneo gli spazi condizionandone la trasformazione nel tempo.
La piazza Duomo oltre ad avere un forte rapporto con il paesaggio, dal suo interno verso di esso, è anche un riferimento urbano: le costruzioni che definiscono l’invaso spaziale presentano la caratteristica fisica chiave della singolarità, conferiscono identità al luogo e sono essi stessi parte costitutiva dell’identità del paesaggio urbano.
Agli elementi visibili della geografia complessa della piazza si aggiungono elementi invisibili,le cui relazioni con lo spazio fruito sono mediate dalla memoria collettiva e dalle testimonianze materiali e documentali. Le campagne di scavo effettuate a più riprese dalla fine dell’800 agli anni ’90 del ‘900 delineano la piazza Duomo come un fulcro fra parti monumentali della città Romana ed Ellenistica (fra l’anfiteatro e il foro) suggerendone un ruolo urbano rilevante. Le campagne di scavo che sono state condotte contestualmente ad opere infrastrutturali o costruzioni edilizie, hanno messo in luce strutture antiche di epoca romana, appena sotto il piano stradale, rilevate, documentate e rinterrate.
Si è accennato alla doppia istanza posta dal bando fra recupero della memoria (riconoscimento di valore del ruolo storico dello spazio) e trasformazione (nuovo ruolo urbano da area di passaggio a spazio di sosta e di incontro).
All’
il progetto risponde prendendo le mosse dall’ipotesi di approfondire le ricerche archeologiche sul piano della piazza e:
portando allo scoperto i resti archeologici (documentati e presunti);
integrandoli nel tessuto della piazza, evitando di cadere nella trappola di fare un “museo all’aria aperta”, e costruendo un un’interfaccia di vetro fra la città antica sotterranea e la piazza contemporanea in superficie;
recuperando la presenza dell’acqua nella piazza, come elemento di identità collettiva attraverso la ricollocazione degli elementi di spoglio e del testo dell’iscrizione dell’antica fontana del La Barbera.
All’
il progetto risponde cercando una relazione nuova fra gli elementidella piazza:
costruendo un nuovo pavimento sopraelevato rispetto al livello attuale della piazza che, attraverso lo sdoppiamento del suolo, permetta di vivere lo spazio pubblico rendendo fruibili i resti archeologici;
riducendo i percorsi di attraversamento in favore di una maggiore continuità di superficie, attraverso la ricollocazione o l’eliminazione degli elementi che costituiscono una discontinuità visiva e materiale dell’invaso (filare di palme, marciapiedi, ecc.);
limitando il traffico veicolare al perimetro senza alterare gli spazi di immediata pertinenza delle funzioni che si attestano sulla piazza;
dimensionando l’elemento dell’acqua reintrodotto, alla nuova scala dello spazio e mettendolo in relazione con gli edifici della Matrice e del Municipio;
costruendo una nuova relazione fra lo spazio fruito, l’acqua e il sito archeologico anche attraverso il sistema di illuminazione che rende palese la presenza dello scavo;
enfatizzando il rapporto con il paesaggio attraverso l’innalzamento del livello del suolo.
La costruzione del nuovo pavimentoso praelevato rispetto all’attuale livello stradale: la piazza presenta una lieve pendenza in direzione in direzione Nord-Sud, il nuovo pavimento guadagna una quota di poco superiore rispetto all’attuale punto più rilevato mantenendola per tutta la superficie, a meno di pendenze minime per il deflusso dell’acqua meteorico.-
la continuità materica della superficie pavimentata realizzata in lastre di pietra di Billiemi bocciardata è interrotta da pochi elementi: l’attacco a terra degli alberi di ficus esistenti oggetto di mantenimento, alcune sedute in pietra, le vetrate di interfaccia con il sottostante sito archeologico, la vasca d’acqua che comprende gli elementi spoglio dell’antica fontana ricollocata e presenta essa stessa un fondale in vetro sugli scavi.
L’acqua, sulla vetrata dalla superficie maggiore, riduce l’effetto dell’irraggiamento sul sito sottostante e diviene strumento di recupero e conservazione.Il recupero degli elementi di spoglio dell’ antica fontana del La Barbera e l’incisione dell’originaria iscrizione sul nuovo pavimento in pietra.
l’illuminazione della piazza integrando quella esistente sul perimetro, è per la gran parte di tipo indiretto, alloggiata al di sotto del bordo delle forature degli scavi.
Year 2017
Client Circolo Margherita – Comune di Termini Imerese
Cost 780000
Status Unrealised proposals
Type Public Squares / Restoration of old town centres / Archaeological Areas / Urban Renewal / Monuments