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历史与未来交融的蒙特阿尔奇诺考古博物馆

2017/03/06 00:00:00
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In a land consolidated by history, as is Tuscany, if you want to express originality that isn't trivial or, worse still, elegantly empty, it’s better to surrender immediately and identify past themes that can accompany us into the future. Fabio Capanni Workshop has been pursuing this path for some time.
The redesign of the basement of the old convent of Sant'Agostino has been the chance to have a direct confrontation with history.
In the redesign of the archaeological section at the Civic and Diocesan Museum of Sacred Art in Montalcino, carried out with Stefano Lambardi, onyx plays an unexpected role. Thin sheets of onyx are used to line the entrance door to the halls and also to give shape to the rectangular platforms of the exhibition cases, arranged in a osteological form remembering an archaeological skeleton. Further a light placed inside the cabinets highlights the material’s translucence and crystalline forms. This use evokes a past when, in the absence of glass, alabaster panels were used to fill small openings as in the ancient Sant'Antimo's Basilica, located in the neighbourhoods of Montalcino.
The luminosity and the lightness of onyx combines with the opacity and the heaviness of bronze, using especially moulded sheets to clad the treads of the staircase and the new floor, transformed in a sort of archaeological find of huge dimensions, in accord with the character of the museum. Meanwhile, with a kind of raised plinth, the boundary between the new intervention and the existing building is marked, suspending the new floor in an atmosphere of abstraction. The bronze plinth that delimits the perimeter of the exhibition rooms is illuminated from below with a blade of continuous light that rises up to the ceiling to reveal the irregular pattern of the masonry, along with the presence of an undeniable past.
Fabio Capanni Workshop, Stefano Lambardi
Riccardo Butini
Rodolfo Casini, Stefano Palazzesi
Comune di Montalcino
Via Ricasoli 31, Montalcino (Siena)
1999-2000: project
2000-2008: realization
200 mq surface
1.100 mc volume
Christian Richters, © Fabio Capanni
[IT]
Il convento di Sant’Agostino si trova nella parte alta del centro abitato di Montalcino, poco distante dalla fortezza medicea. Soppresso dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo nel 1786, a partire dal 1788 vi fu istituito il Seminario Vescovile. Il complesso agostiniano, persa la destinazione religiosa, ospita ad oggi la casa di riposo “G. Capitani” e i nuovi spazi espositivi del Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra.
I locali individuati per ospitare la nuova sezione archeologica, presumibilmente depositi del seminario ora in disuso, si sviluppano in aderenza ad un lato del chiostro adiacente alla chiesa e propongono una successione di tre piccole sale, divise da archi a sesto acuto, e da una sala più grande caratterizzata da un sistema di archi trasversali a tutto sesto oltre ad alcuni affioramenti rocciosi che costituiscono le fondazioni naturali dei muri perimetrali dell’ex convento in pietra locale a tessitura irregolare.
Il nuovo percorso espositivo ospita straordinari reperti che coprono un arco temporale che va dal VI al III secolo a.C., collocabili a una fase di indagine archeologica incominciata negli anni ’50 del XX secolo. Se alcuni reperti facevano un tempo parte del Museo Archeologico, altri non sono mai stati esposti prima: anfore, urne cinerarie, vasi, corredi funebri ed uno straordinario cippo etrusco in pietra nera del VI secolo a.C.
Una scala realizzata in gradini di bronzo guida il visitatore verso le viscere del terreno e conduce all’ingresso del museo come se fosse l’ingresso di uno scavo archeologico. Si abbandona progressivamente la luce del giorno, che inonda il chiostro del ex-convento agostiniano oggi trasformato in foyer di ingresso al complesso museale, e ci si immerge in una semioscurità sotterranea.
Qui, in una dimensione di sospensione temporale, così come il pennello dell’archeologo ripulisce la sagoma del reperto per riportarlo alla vita nella sua interezza scavando un solco fra di esso e la terra circostante, una sottile lama di luce incide la superficie sorda del pavimento facendolo affiorare per differenza come fosse un reperto di dimensioni eccezionali: realizzato in lastre di bronzo appositamente fuse per l’occasione, è come una lontana eco degli oggetti bronzei di memoria etrusca ritrovati nella vicina Cittadella.
Su questa superficie di metallo fuso sono disposte in forma osteologica le teche espositive. L’onice traslucida con la quale è costruita la vicina Abbazia di sant’Antimo è stata composta in parallelepipedi a base rettangolare fino a formare dei prismi luminescenti che si stagliano sul buio fondale del piano di calpestio ad indicare il percorso espositivo al visitatore.
Year 2008
Work finished in 2008
Client Comune di Montalcino
Status Completed works
Type Museums
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