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CONCEPT
La nuova cantina Planeta, realizzata sui terreni della Fondazione Lucifero di Capo Milazzo, rientra in una più generale strategia di riqualificazione perseguita dall’Ente, tesa alla valorizzazione dei propri immobili, ritenuti bene “collettivo”, attraverso opere aperte alla libera fruizione.
Nel tempo, attraverso piccoli e misurati interventi, le aree agricole di Capo Milazzo si stanno strutturando come un vero e proprio parco attrezzato da giardini e luoghi di sosta, nel rispetto e nella salvaguardia del paesaggio locale.
In adiacenza sorge, infatti, una Fattoria didattica realizzata dall’Ente all’interno del progetto “Gigliopoli verso l’eccellenza”, in questa prospettiva di condivisione pubblica di attività educative, servizi, attrezzature e fruizione dei beni culturali.
La nuova piccola cantina enologica nasce in questo contesto, in adiacenza ad un immobile preesistente, sostanzialmente per “esporre” se stessa: strutturando e arricchendo il futuro parco e il percorso naturalistico e culturale che si snoda in adiacenza all’area SIC “ITA030032 Capo Milazzo”.
L’IMMOBILE PREESISTENTE
L’edificio preesistente viene restaurato nel rispetto dell’impianto strutturale e tipologico-architettonico. Al suo interno vengono ospitate una serie di funzioni di rappresentanza ed i locali complementari alla stessa cantina, quali: una bottaia, una sala degustazione, un servizio annesso alla sala degustazione, servizi igienici.
Il suo ruolo, funzionalmente e volumetricamente, è di configurare “simmetricamente” il completamento e l’espansione delle nuove attività produttive richieste.
IL MURO
Le opere esterne svolgono un ruolo decisivo nella conformazione complessiva dell’impianto progettuale.
Esse consistono essenzialmente in opere di regimentazione delle acque, attraverso la sistemazione degli spazi pavimentati esterni (dove si svolgeranno le preliminari operazioni di vinificazione) e nella sistemazione dei salti di quota esistenti.
Un preesistente muro di sostegno, necessario alla stabilizzazione e al drenaggio di un salto di quota lungo il lato ovest dell’area, diventa il motivo unificatore dell’intero progetto.
Ridisegnato attraverso l’asciutta modularità di un sistema di gabbionate riempite con pietrame locale, questo muro si innalzerà progressivamente, fino a racchiudere i lati nord ed est della realizzanda cantina.
In direzione sud, invece, si addosserà all’edificio esistente, dissolvendosi nel salto di quota e definendo lo spazio di relazione con il nuovo corpo di fabbrica nella geometrica configurazione di una corte.
Le alberature esistenti, quali gli ulivi compresi nella nuova corte e il filare di cipressi posto oltre le gabbionate in direzione ovest, saranno completamente salvaguardati e valorizzati, anche attraverso una localizzata illuminazione notturna a basso impatto ambientale.
LA NUOVA CANTINA
L’articolazione planimetrica di questo “muro” permette di definire i rapporti fra il preesistente manufatto e le nuove funzioni agricole, delimitando un interno aperto e flessibile in contrapposizione ad un esterno misurato dalle algide e trasparenti geometrie delle gabbionate.
La nuova cantina, sostanzialmente definita da una semplice tettoia metallica, è completamente aperta e praticamente priva di delimitazioni parietali: essa vuole essere parte dello stesso muro ma anche dello spazio esterno, nel suo essere schermata e protetta da leggere reti metalliche e portelloni scorrevoli.