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Le scelte progettuali “Nutro forti dubbi sulla necessità di esplorare in Architettura nuove strade, nuovi linguaggi. Nello specifico, molti di noi credono che il vero rinnovamento sia nel recuperare, prima di tutto in noi stessi e poi nelle manifestazioni esterne, un profondo senso di contenuti etici e religiosi. Di manifestazioni esteriori che ripercorrano il significato che i Padri della Chiesa hanno voluto dare ai simboli sui quali si era costruito, poi, un contenuto”. Nicola Pagliara
La proposta progettuale si fonda su un ritorno alle origini del culto cristiano, attingendo al suo vocabolario vero, basato su forme geometriche pure ed essenziali. L’intera organizzazione spaziale del complesso nasce da questa filosofia progettuale che vede nell’edificio adibito al culto la sua sublimazione. Tale volume, che si articola a partire da una pianta quadrangolare, si colloca sulla principale arteria veicolare di via Valeria, filtrato da essa dall’ampio sagrato, nell’angolo del lotto più prossimo alla esistente Chiesa dei Romiti con la quale si pone in continuità spaziale anche, e soprattutto, per porsi in naturale continuità nelle sedimentate abitudini fruitive dei fedeli. Alla marcata verticalità dell’edificio, la cui mole è bilanciata dalla snellezza del campanile – immaginato come un rinnovato faro della Fede – si collegano le ali costituite dagli edifici della Canonica e della scuola elementare verso sud-est e delle aule che culminano con la grande sala polivalente da 350 posti verso nord-ovest che, con la loro orizzontalità di braccia aperte verso la comunità, cingono su tre lati un ampio spazio intercluso, una piazza con al centro un ampio specchio d’acqua che diverrà il cuore vivo del nuovo borgo parrocchiale. Borgo la cui articolazione prosegue verso sud-est con il corpo di fabbrica dedicato alle attività di accoglienza delle associazioni di volontariato come la Caritas e a sud con l’ampio complesso sportivo costituito dai tre campi da gioco e dall’edificio di servizio annesso. Al di sotto del campo da calcio a 11, trova collocazione l’ampio parcheggio che doterà non solo la nuova comunità parrocchiale ma l’intera zona di superfici ben superiori alle richieste di standard normativi. E’ opportuno sottolineare che tale scelta progettuale non andrà a scapito della eco-sostenibilità del progetto in quanto si eviterà la totale impermeabilizzazione della superficie del campo di calcio – che sarà, di fatto, la copertura del parcheggio – mediante l’adozione di una struttura portante in colonne di c.a. cave le quali, riempite con lo stesso terreno vegetale di cui sarà costituito il substrato del campo stesso, provvederanno a mantenere la continuità tra la superficie e gli strati più profondi del terreno e, quindi, con la falda acquifera. Sottrarre superficie alla natura, infatti, è lecito solo se tali superfici vengono restituite alla comunità con nuovi valori aggiunti. E l’intero progetto tenta di coniugare qualità architettonica, innovazione tecnologica sostenibile e integrazione costruito/ambiente, in un processo caratterizzato da un’immanente ideale di bellezza che si è cercato di perseguire, come detto, attraverso la semplicità delle forme, la sincerità strutturale e l’impiego di materiali senza tempo non frutto, cioè, di mode. Un’Architettura, quindi, rispettosa del “genius loci”, inteso come insieme di caratteristiche ambientali, naturali e antropiche, peculiari del nostro sito di progetto. Difatti, la maggior parte degli edifici, in primis la Chiesa, sono previsti in struttura portante di calcestruzzo armato e acciaio con tompagnature in mattone scuro legato con malta bianca, basamento in pietra bianca di Ancona, colonne in acciaio smaltato e ottone brunito, copertura in rame ossidato, pavimento interno in lavagna nera o cotto con lastre 1x1m e pavimentazione degli esterni in lastre rosso Verona. Per la casa canonica, nei due piani in elevazione, è prevista una rifinitura in intonaco tinteggiato ocra mentre la scuola materna avrà una rifinitura cromatica in azzurro-turchese. Si prevede l’impiego ampio di materiali costruttivi naturali caratterizzati da un’elevata percentuale di materia riciclata. L’intero complesso è fruibile attraverso la viabilità interna carrabile, che consente agevolmente di raggiungere i vari edifici e di sostare presso di essi anche con pullmini, mezzi furgonati e ambulanze. Tale viabilità è stata calibrata per il minimo ingombro e impatto possibili e distribuita in tangenza alle funzioni principali in modo da ridurre al minimo i punti di discontinuità del borgo parrocchiale, per consentire al terreno naturale di restarne il tessuto connettivo nel quale i vari edifici si innestano. Tessuto connettivo costituito anche dagli spazi aperti e dai percorsi non carrabili che consentono di fruire l’intero complesso anche in mobilità dolce e, soprattutto, lo permettono a tutti, incluse le persone con abilità motorie diverse e con percezioni sensoriali ridotte. La stessa fruizione degli edifici è calibrata attraverso una progettazione inclusiva (Universal Design) e, per questo, non sono previsti percorsi differenti dedicati e/o appositamente progettati.