会议中心的蜕变与新生丨bc studio

2021/01/28 00:00:00
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Gruppo di lavoro
bc studio _ Architetti Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini
Team Leader _ Arch. Riccardo Bertazzoni
Collaboratori _ Arch. Paolo Bagni, Arch. Amalia Leonardi, Alice Turchetti
Chiavi semantiche
Il sito oggetto del presente concorso si trova immerso in un ambiente agreste piacevole e sereno. La cupa tragicità della funzione del campo si perde in un'aura bucolica in cui, costruito e natura, si fondono. La nostra proposta ideativa è volta a riscoprire e mostrare la disumana realtà del luogo, senza però stravolgere l'equilibrio raggiunto. Per questo si è scelto un approccio allusivo in cui diverse chiavi semantiche si sovrappongono fra loro per condurre gli utenti ad una progressiva presa di coscienza.
Un primo espediente  è l'introduzione del simbolo del triangolo equilatero che, come sappiamo, veniva utilizzato nei campi nazisti per identificare diverse categorie di internati. In questo scientifico processo di disumanizzazione, i prigionieri di credo ebraico erano distinti dal triangolo giallo, alle volte due triangoli gialli intersecati a formare la stella di David, quello rosso identificava i prigionieri politici, il marrone i rom ed i sinti e così via. Ritroviamo la forma del triangolo come matrice per la segnaletica interna, nel sistema strutturale della baracca 12 e nell’allestimento integrato presente sia nella 12 che nella 14.
Una seconda modalità proposta per accompagnare i visitatori nella loro comprensione, calandoli in una atmosfera immersiva, è l’uso delle forme e dei materiali che sempre richiamano il mondo della ferrovia. I profili in acciaio delle strutture e dei sistemi integrati espositivi richiamano chiaramente le rotaie; le pannellature in legno dei nuovi blocchi funzionali, sempre di forma allungata e stretta, i carri bestiame in cui venivano ammassati gli internati; varie tipologie di inerti litoidi, presenti nelle pavimentazioni sciolti o aggregati, ci evocano le massicciate dei rilievi delle strade ferrate.
Master plan e gestione del percorso di visita
La visita si svolge in forma di racconto (Tav. 01). Una volta avvenuta la registrazione dei visitatori nella baracca 12 questi vengono portati tramite un percorso diagonale, realizzato con grandi piastre in calcestruzzo con inerti in vista che ricordano un binario, nell’area verde posta la centro del lotto di progetto. Qui si trova una nuova installazione che in parte è occupata da 12 alberature, che ricordano i 12 convogli partiti da Fossoli per i campi di sterminio ma sono anche simboli  di vita e di rinascita, mentre la parte restante è dedicata ad una piccola arena all’aperto. Si trovano 6 file di panche in forma di semplici parallelepipedi, che simulano le carrozze di un treno. Su queste verranno incise le 6 destinazioni dei viaggi di sola andata verso i campi di sterminio. In questa stanza all’aperto, , dove le sedute sono contornate da un fitto filare di alberi a protezione solare nei mesi estivi, qui avverrà la spiegazione della visita al campo e potranno anche avvenire manifestazioni pubbliche e cerimonie. I visitatori verranno invitati a prendere un sasso dalla grande vasca di inerti in fronte alle panche, a tenerlo in mano, o in tasca, per tutto il percorso per poi depositarlo ai piedi dei 12 alberi a fine visita. In questo modo si allude ad un’altro simbolo, il rito ricorda quello ebraico che affonda le proprie radici nella natura nomade dei patriarchi semiti nel depositare un piccolo sasso sulle steli tombali. Da qui poi si svolge l’itinerario visitando i vari punti di interesse del campo per poi arrivare alle baracca 14 accedendovi direttamente dal fronte est. In questa avvengono le attività laboratoriali ed i convegni che avranno accesso preferenziale e separato dalla zona centrale, fronte sud.
Funzioni e relazioni
Come già esposto nel paragrafo precedente, la nostra proposta ideativa (Tav. 02) rispetta il programma posto a base di gara. Nella baracca 12 trovano collocazione una biglietteria/infopoint, un blocco servizi per gli utenti, distinto per sessi e con presenza per entrambi di un bagno per diversamente abili, un blocco servizi/spogliatoio per il personale ed un deposito. Nella baracca 14, invece, trovano collocazione due grandi spazi polivalenti ed un nucleo centrale dove vengono introdotti i servizi igienici, i depositi, una zona per gli operatori ed un bookshop.
Nella baracca 12 l'approccio tenuto nei confronti della preesistenza storica è totalmente conservativo: infatti le nuove funzioni vengono ricavate in elementi autonomi costruiti all'interno del relitto delle murature esterne che vengono totalmente mantenute e semplicemente regolarizzate, nella loro sommità, con limitatissimi "cuci scuci". Le due piccole volumetrie interne risultano essere opache per garantire la privacy degli utenti, rivestite con pannelli in legno di essenza chiara. Per avere un adeguato comfort climatico e contemporaneamente un rapporto più stretto con le preesistenze, attorno a questo primo nucleo centrale, realizzato con metodiche “a secco” autoportanti, si è prevista una scatola totalmente vetrata che permette dall'interno una visione totale delle murature che presentano, in alcune parti, scritte e graffiti dei prigionieri. L’involucro trasparente, che non tocca mai le murature esterne, viene completato da una nuova copertura a doppia falda, sostenuta da 6 elementi strutturali in profili HEA montati in forma di triangolo equilatero. Le falde sormontano le murature esistenti ricostituendo visivamente la volumetria originaria e sporgendo di una misura utile per proteggere la sommità dei muri dall'azione diretta degli agenti atmosferici. Le murature saranno inoltre interessate da un’opera di restauro mirata alla conservazione statica ed estetica delle preesistenze, con interventi di pulitura, ristilatura dei giunti di malta ed eventuali inserimento di barre in acciaio per garantirne l’ ammorsamento.  La copertura ha una propria struttura a capriate in carpenteria metallica che riproduce la stessa geometria di quelle in legno osservabili nella baracca 14. Il nuovo fabbricato viene quindi realizzato con la tecnica del “box in the box” divenendo, in una visione serale e notturna, una sorta di lanterna di luce che orienta l’utenza nel proprio percorso. Si noti che i flussi di ingresso e di uscita della baracca 12 vengono tenuti distinti sfruttando i varchi già presenti nella muratura originaria ed incanalati dal bancone posto nella parte centrale, realizzato in calcestruzzo, con inerti ben visibili nell’impasto, in totale continuità con le nuove pavimentazioni.
In merito agli interventi previsti per la baracca 14 visto che è stata oggetto di integrale ricostruzione e pertanto non ha un valore storico in sé ma è interessante ai nostri fini come riproduzione fedele della tipologia originaria, ci siamo sentiti maggiormente liberi di intervenire con alcuni adeguamenti funzionali atti a migliorarne la fruizione degli spazi ed a risolvere alcune problematiche di sicurezza. Nello specifico la parte centrale è stata completamente demolita mantenendo l’ingombro della volumetria, chiusa da due grandi infissi metallici in luogo delle attuali murature, e riproponendo anche l'andamento delle coperture. Internamente è stato creato, in analogia con quanto già descritto per la baracca 12 e con le stesse metodiche “a secco”, un blocco centrale interno opaco che in questo caso si protende nelle due ali laterali. In questa parte centrale trovano collocazione un front-office utile sia per la registrazione delle persone che devono accedere alla sala convegni, sia per la consegna di zaini, borse ed indumenti da stoccare nella guardaroba posteriore durante le attività di laboratorio. Sempre in questo blocco opaco trovano collocazione i servizi igienici per gli utenti ed un deposito per gli arredi. A sinistra di questa zona di ricezione è presente uno spazio polivalente utilizzato per le attività laboratoriali e come sala convegni per 150 posti a sedere mentre a destra troviamo una sala espositiva collegata al percorso guidato. In entrambi i grandi vani è presente un sistema integrato sospeso composto da moduli in profili metallici a forma di triangolo equilatero che unisce in un unico elemento l’illuminazione diffusa, quella di accento mediante binari elettrificati cui collegare dei faretti spostabili secondo necessità in qualunque posizione, quella di schiarita della copertura, i sistemi di diffusione sonora e di videoproiezione, pannelli acustici atti a controllare il riverbero, oltre ad un sistema di schermi a rullo opportunamente elettrificati. Questo reticolo integrato può essere aggregato potenzialmente all'infinito su una dimensione di lato di 2,50 m. Sotto questo elemento trovano posto le basi espositive dotate di schiena che può essere costituita da un pannello cieco o da semplici telai. Queste basi hanno misure coordinate al reticolo superiore e sono anche queste dei triangoli equilateri derivanti da un sottomultiplo, precisamente hanno lato 125 cm. Le basi saranno colorati richiamando nuovamente la simbologia identificativa dei contrassegni nazisti. L'interazione fra le basi facilmente spostabili, perché dotate di ruote, e l'abbassamento dei teli superiori può permettere una facile, rapida e praticamente infinita riconfigurazione degli spazi che a seconda delle esposizioni che si andranno ad avvicendare può essere quindi suddivisa in ambiti distinti. Lo stesso sistema integrato, nella sola versione di supporto per gli apparecchi illuminati, viene introdotto anche nella zona centrale della baracca 12, sopra il bancone dell’infopoint. La baracca 14 ha poi anche un secondo accesso, dal fronte est, direttamente dal percorso di visita. Nella sala espositiva sono state inoltre allungate le aperture preesistenti sul fronte nord permettendo la visuale sui ruderi, per creare nel visitatore una stretta relazione visiva ed emotiva tra gli oggetti dell’esposizione e il luogo in cui si trova.
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