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La riconversione dell’ex-ospedale di Forlì, un complesso a padiglioni d’inizio Novecento in un’area di 9 ettari, ha consentito al Comune di Forlì e all’Università di Bologna di realizzare uno tra i più innovativi campus universitari italiani a consumo di suolo 0. E’ frutto di un concorso internazionale vinto, nel 2000, dal gruppo di architetti guidato da Lamberto Rossi con M. Galletta, R. Lazzarini, M. Tarabella e P. Zilli, e di un Accordo di Programma con l’Università e il Ministero in base al quale il Comune ha messo a disposizione - a uso perpetuo - area e immobili. Sfruttando la posizione baricentrica dell’ex-ospedale, il campus è concepito come un ponte tra centro storico e città contemporanea, tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro di Forlì. Una “promenade urbane” lunga 250 metri, di padiglioni restaurati e nuovi edifici immersi in un parco lussureggiante che, per la prima volta, consente di attraversare questo quadrante di città, da sempre chiuso in se stesso, e vissuto - nella percezione collettiva - come luogo di sofferenza. E’ dunque un campus unico in Italia in quanto unisce al carattere anglosassone del parco – 5 ettari e 400 essenze arboree – una funzione classica delle grandi università/città italiane e mitteleuropee ovvero quello di essere luoghi “permeabili” fortemente integrati nella città. In questo senso è esemplare anche come metodologia di riconversione delle grandi attrezzature dismesse dello stato post-unitario che spesso, proprio per il loro carattere di recinti specialistici, sono stati punti di discontinuità del tessuto urbano e, come tali, hanno ostacolato lo sviluppo armonico di interi quartieri.
Il nuovo campus invece è un luogo visionario, esuberante con una forte connotazione contemporanea. Realizzato a partire dal 2003, in più stralci attuativi, ha visto nel 2014 il completamento dell’elemento più ambizioso - il nuovo teaching hub - composto dai tre corpi delle aule e soprattutto dal “trefolo”, la spina dorsale del sistema: una lunga galleria urbana leggera e trasparente aperta verso il parco. E’ l’intreccio di tre tubi di 6x3,5 m in cemento armato, rivestiti da 4.600 mq di lastre di acciaio, che partono dalla tre quote dell’impianto storico e, intersecandosi, definiscono in negativo uno spazio mutevole in altezza e in larghezza: il mall. I tre tubi accolgono una funzione fondamentale, troppe volte trascurata negli atenei italiani: gli spazi studio singoli e di gruppo (471 posti) per studenti, ricercatori e docenti. La metafora del “trefolo” ricorda che così come le funi si rafforzano perché formate dall’intreccio dei cavi, così anche nell’università quando le tre funzioni primarie – didattica, ricerca e alta formazione – interagiscono creando relazioni intense tra loro e con il territorio, generano luoghi stimolanti di scambio culturale, scientifico e tecnologico, programmaticamente anti-gerarchici. Un progetto nato per rappresentare un processo di crescita individuale e collettiva che favorisca il confronto interdisciplinare, la commistione tra studenti, docenti e ricercatori, l’interferenza tra comunità universitaria e cittadini.
La geometria irregolare del lungo Mall pedonale, la forte permeabilità visiva e fisica con il parco, il sistema di illuminazione che si estende agli spazi esterni, il rivestimento dei blocchi aula che al contrario entra nello spazio interno, diluiscono il confine tra interno ed esterno, tra spazio collettivo e individuale. L’intero organismo è immerso nel parco che, rotto il recinto ospedaliero, entra finalmente a far parte del tessuto urbano e ad arricchire e arricchirsi del rapporto con il nuovo campus universitario. Il gioco di rifrazioni sull’acciaio moltiplica le chiome degli alberi colorando i tubi a seconda delle stagioni. La stereometria dei volumi, il colore naturale e i chiaro-scuri regolari del frangisole che li avvolge – 23 km lineari di doghe - smaterializzano i tre corpi della didattica che appaiono come megaliti nel parco. Un organismo costruito non per sorprendere ma per incuriosire, un social network urbano, un’agorà universitaria progettata con metodo iterativo per stimolare senso e sensibilità, senza consumo di territorio.
Area: circa 9 Ha; Parco Pubblico: 3,2 Ha; Corti Universitarie 1,8 Ha; Volumetria ridotta da 247.000 mc (ospedale) a 238.000 (configurazione finale); 1.270 ml di nuovo percorsi urbani pedonali e ciclabili; 2.000 mq di riduzione del consumo di suolo con incremento della superficie permeabile restituita al parco. In totale ad oggi: 22.600 mq di Slp di interventi di recupero e 13.300 mq di nuova costruzione. Master Plan: 2003; Esecutivo 2^ Fase: 2008; Cantiere: 2010-2014. Investimento per le 2 Fasi: 28 milioni di € Premi già conseguiti IBC Regione Emilia Romagna, Selezione Architettura 2010, ottobre 2010, Bologna; Opera selezionata Premio Nazionale Sisto Mastrodicasa 2013, maggio 2013, Terni, 2° Classificato (Padiglione Melandri) Premio AICAP 2014 “Realizzazioni in calcestruzzo strutturale”/Sezione Edifici (progetto strutturale del “Trefolo”); maggio 2014, Bergamo, 1° Classificato Nomination agli European Concrete Award 2014, Vienna (progetto strutturale del “Trefolo”) NCSEA, Excellence in Structural Engineering Award 2014 per New Buildings, categoria 2 (progetto strutturale del “Trefolo”), settembre 2014, New Orleans (USA), Progetto Vincitore X Premio IQU/Innovazione e Qualità Urbana 2015 “Architettura e Città”/Sezione Opere realizzate; maggio 2015, Ferrara, 3° Classificato
Raggruppamento vincitore del Concorso Internazionale in 2 fasi (1998-1999): Lamberto Rossi (capogruppo), Massimo Galletta, Roberto Lazzarini, Marco Tarabella, Paolo Zilli; Consulenti: Giancarlo De Carlo (sistemi universitari); Giovanna Longhi con Angela Mosciarelli (paesaggio); Emilio Greppi (rilievo)
ATP Incaricata (2000-2007): Lamberto Rossi (capogruppo), Massimo Galletta, Roberto Lazzarini, Marco Tarabella, Paolo Zilli; Consulenti: Giancarlo De Carlo (sistemi universitari); Giovanna Longhi con Angela Mosciarelli (paesaggio); Claudio Dolcini con Angelo Miretta (strutture); Proges Engineering Sas (strutture), Manens Intertecnica Srl (impianti); Studio Tecnico Rivizzigno (impianti e prevenzione incendi); Carlo Carli (sicurezza), Alessandro Placci (acustica); Andrea Bassi e BC Building Consulting Srl (computi e contabilità)
ATI Incaricata (dal 2008): Lamberto Rossi (capogruppo), Marco Tarabella, Paolo Zilli (fino al 12.2012), Claudio Dolcini con Angelo Miretta, Proges Engineering Sas (strutture), Cogest Srl (direzione lavori), Carlo Carli/Nier Ingegneria Spa (sicurezza); Consulenti: Manens-Tifs Spa (impianti) Bruno Versari e Claudio Orlati (direzione operativa per Manens-Tifs); Studio Tecnico Rivizzigno (impianti); Massimo Amadio (antincendio); Alessandro Placci (acustica); BC Building Consulting Srl (computi e contabilità)
Responsabili Progetto Trefolo e Didattica: Progetto: Marco Tarabella e Paolo Zilli; Esecuzione: Marco Tarabella
Collaboratori al progetto architettonico nelle varie fasi: Daniele Arcomano, Vincenzo Barillari, Iacopo Bernini, Paolo Carli Moretti, Claudia Cagneschi, Alberto Cattaneo, Gabriele Corbetta, Alberto Della Salandra, Maddalena Dossi, Maria Rosaria Favoino, Lucas Luzzi, Massimiliano Piccinini, Ilaria Pruneri, Michela Ricciotti, Massimo Sanzani, Maren Schmidt, Michele Stillittano
Responsabili Procedimento: Massimo Valdinoci, Gabrio Furani, Gianfranco Argnani (Comune di Forlì); Andrea Braschi (Università di Bologna)
Committenti: Comune di Forlì, Università degli Studi di Bologna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Ser.In.Ar. Soc. Cons. pA.