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Il progetto riguarda il recupero degli ambienti della chiesa di S. Antonio da Padova in Terzigno nasce da una serie di necessità di natura funzionale: quella di avere degli ambienti meglio fruibili da bambini e giovani, utili per le varie attività parrocchiali e dall’esigenza di riqualificare gli ambienti degradati dall’umidità di risalita, muffe ed efflorescenze oltre che da distacchi di intonaci al punto da renderli insalubri e freddi specie nel periodo invernale.
Dal punto di vista funzionale ho ricavato dal grande ambiente esistente, un ufficio parrocchiale ed ampliato la sacrestia rendendola fruibile anche come salone parrocchiale; inoltre ho ricavato da un ambiente in disuso un confessionale e dei servizi igienici.
Il progetto trae ispirazione dal territorio vesuviano, dalla sua storia.
Con la volontà di reinterpretare e rispolverare l'identità locale vesuviana mi sono indirizzato verso un linguaggio architettonico semplice e minimale che potesse essere riconoscibile e quasi familiare.
E così ho deciso di realizzare una “volta” che potesse coprire parzialmente la sacrestia ispirandomi alle volte a cupola estradossata delle antiche case di Terzigno che sono disseminate su tutto il territorio specie sul rione "Avini" dov'è situata la chiesa. Queste piccole architetture sono espressione della storia e del rapporto con il territorio dove il santo patrono ha compiuto un prodigio fermando la lava dell'eruzione del Vesuvio del 1929 salvando dalla distruzione il paese.
Anche la scelta dei materiali ha seguito la stessa ispirazione: gli intonaci a calce per le pareti, la pietra lavica per i portali, il legno di noce per gli arredi. Tutti materiali locali e storicamente usati nel territorio.
La semplicità delle forme doveva far trasparire la manualità del gesto, l’artigianalità di chi lo avesse realizzato. E così gli intonaci sono stati lasciati al fratazzo, la pietra lavica a bocciarda fine, il legno con una finitura più naturale possibile così che si potessero enfatizzare le venature.
Gran parte del progetto ha riguardato l’arredo che è stato realizzato da una falegnameria artigiana locale che ha realizzato l’armadiatura, le porte in legno, l’arredo dell’ufficio parrocchiale.
Le opere di falegnameria sono impreziosite dal lavoro di un artista locale che ha realizzato le maniglie della porta della sacrestia e dell’armadio creando delle vere e proprie opere d’arte partendo da una materia semplice ed umile qual è il lapillo del Vesuvio impastato con sapienza e maestria realizzando oggetti unici pregni di sensi e significati.
Una ditta locale ha realizzato le opere in pietra lavica i portali della sacrestia e una fascia nel pavimento posizionata nel vuoto lasciato da un vecchio tramezzo, fornendo l’ormai introvabile “Pietra Vesuviana” che ho voluto fosse cavata a Terzigno, proprio per ornare la porta della sacrestia sottolineando il legame con il territorio.
Nel realizzare questo progetto abbiamo coinvolto tutte maestranze locali:
“TyChe” di Ambrosio Pieruigi per le opere murarie,
La falegnameria “Avino Tommaso” per l’arredo, tutta l’armadiatura, le porte in legno, l’arredo dell’ufficio parrocchiale,
L'arch. Filippo Ianniello che ha realizzato le maniglie della porta della sacrestia e dell’armadio creando delle vere e proprie opere d’arte partendo da una materia semplice ed umile qual è il nostro lapillo impastato con sapienza e maestria realizzando oggetti unici pregni di sensi e significati.
la ditta “LIRPOSA” di Luigi Auricchio che ha realizzato in maniera magistrale come si faceva una volta, le opere in pietra lavica i portali della sacrestia i battiscopa e la fascia nel pavimento fornendo l’ormai introvabile “Pietra Vesuviana” cavata a Terzigno, proprio per ornare la porta della sacrestia sottolineando il legame con il territorio.