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EDIFICIO RESIDENZIALE IN VIA DAMONE, SIRACUSA
SEMPLICE ORDINATO COMPLESSO Il progetto ha previsto la realizzazione di un edificio residenziale su più livelli a Siracusa: 8 residenze con doppio affaccio di cui 2 duplex al piano terra. In un contesto di notevoli qualità paesaggistiche e valenze archeologiche per la presenza di alcuni banchi di estrazione di antica cava affioranti nel terreno. La cava è situata sull’area sommitale della Balza Acradina, una latomia che fa sistema con quella dei Cappuccini e quella del Paradiso, collegato con tutto il parco della Neapolis. Questa si presenta come una sovrapposizione di piani e dislivelli costituiti da blocchi sezionati con tagli netti e regolari, segni delle “coltivazioni”, estrazioni e delle lavorazioni. Oggi affiora tra il verde rado ed incerto e detta il ritmo allo sviluppo infrastrutturale con la sua rocciosa pendenza.
Si è immaginato un edificio “sospeso” ad una quota più alta del piano archeologico così da garantire la continuità percettiva del sistema di affioramenti delle antiche cave. L'attacco dell'edificio alla cava affiorante è ottenuto per elementi puntuali - su 12 plinti- delle fondazioni a vista le quali consentono, nella discontinuità del nuovo, una peculiare percezione attraverso la sospensione dal piano archeologico sottostante. Le grandi basi a vista sorreggono e sembrano far levitare l’edificio caratterizzato dall’imponente massa, rievocandone, in fondazione la pianta di un immaginario antico edificio ipostilo Al di sopra delle fondazioni è stato immaginato un sistema a “traliccio”: l’edificio è sospeso sulla cava come fosse un ponte a più campate, un viadotto: un’infrastruttura urbana. L'edificio richiama alla precedente sperimentazione del Padiglione d’Accesso agli Scavi dell’Artemision nell'isola di Ortigia realizzato sulle fondazione del Tempio Ionico ricreandone ideali relazioni progettuali. Alcuni tratti della Balza Acradina hanno evocato la definizione di un'immagine limpida e ben definita. La presenza di tracce, simili a dei pattern -degli incavi di forma quadrata-, dei numerosi resti delle edicole votive che scandiscono le pareti rocciose. Simili ad una infinita teoria di occhi che guardano, hanno ispirato l’idea della loro reinterpretazione nel progetto come due grandi “occhi quadrati” sul paesaggio. Il prospetto Sud-Est – quello verso la balza, l’isola di Ortigia e il Porto Grande della città – si relaziona con la grande scala. Visibile a distanza, lo si scorge in movimento avvicinandosi, per poi perderlo tra l’affiorare dei banchi rocciosi più alti o leggendolo fuso con questi. La composizione è “semplice”, “ordinata”, “complessa” nella sua simmetrica partizione. Due grandi occhi accolgono gli ampi balconi, le logge e le grandi aperture vetrate. Incorniciando i quattro piani degli alloggi. Fondamentale è l’uso del rivestimento del colore scuro omogeneo di grandi pannelli ceramici all’interno delle logge. La resa cromatica e la propensione per un parapetto “invisibile” di vetro strutturale, rendono ogni loggia un “diaframma” che con il suo contorno scuro inquadra il paesaggio e guida lo sguardo verso l’apertura, sul vuoto, accentuandone per contrasto un senso di stupore. Il prospetto Nord-Ovest si relaziona con il costruito, con il retro degli edifici confinanti; assumendo così una composizione più “urbana”, con una facciata regolare, scandita da grandi balconate e dalle aperture finestrate. La semplicità qui torna come principio regolatore, prendendo i caratteri dell’edilizia contestuale ed utilizzandoli come connessione e rigenerazione dei caratteri della città. Il contrasto tra i prospetti armonizza la composizione nel suo totale; collegandosi al paesaggio ed alle componenti urbane. Come l’Erma Bifronte sospesa dal terreno, l’edificio guarda e si fa guardare con due volti, diversi ma nello stesso corpo, opposti ma non in opposizione.