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Lo Charmant Petit Lac Ecohotel Spa & Park è stato concepito per esaltare tutte le peculiarità della singolare location: si trova contestualmente al centro di Champoluc (in pochi minuti si raggiunge a piedi la partenza degli impianti di risalita percorrendo la centralissima route Ramey) ed ai margini dell’edificato.
Realizzato nel cuore di un’ampia zona verde, accessibile da un percorso sterrato che costeggia il torrente in sinistra orografica, il nuovo edificio alberghiero gode di impareggiabili visuali verso il massiccio del Monte Rosa, di un’ottima esposizione al sole e di un rapporto privilegiato con l’acqua.
Il lotto edificabile è caratterizzato dalla presenza di uno laghetto artificiale (ex pesca sportiva) con una piccola “palafitta” al centro, originariamente utilizzata come ristorante. Nel progetto è stata recuperata e trasformata in centro massaggi, ripristinando anche il pontile che la collega alla spa dell’albergo; le travi inclinate che sorreggono il pontile, vagamente assimilabili ad un canneto che prosegue oltre le sponde, diventano l’elemento costitutivo del sistema di facciata dell’edificio principale.
L’impiego sistematico del legno, utilizzato sia per le strutture che per rivestimenti esterni e serramenti, è una precisa scelta di campo finalizzata a sottolineare il rapporto elettivo tra edificio e natura con particolare riferimento alla vegetazione che circonda l’albergo e ricopre i versanti vallivi.
L’edificio, articolato in due blocchi ortogonali tra loro, nasce dal lago e si sviluppa con discrezione, soprattutto nella progressione altimetrica del tetto con il passaggio da copertura verde a copertura metallica, andando ad occupare i “varchi liberi” tra i fabbricati per non interferire con le visuali verso il Monte Rosa.
Nonostante i suoi quattro livelli fuori terra, la struttura ricettiva non risulta mai fuori scala sia in relazione alle volumetrie dei fabbricati circostanti che alla morfologia del sito che pone i corpi di fabbrica retrostanti ad una quota generalmente superiore; la sovrastruttura di facciata, infine, ne frammenta il volume retrostante altrimenti piuttosto monolitico.
In questo progetto la presenza dell’acqua non ha soltanto ispirato l’architettura ma ha avuto anche importanti implicazioni sulli scelte di carattere tecnologico e costruttivo: gli accessi veicolari sono orientati in funzione delle potenziali esondazioni dell’area, tutti i locali ipogei, che si trovano ad una quota inferiore di circa 2,0m rispetto al piano della falda, sono contenuti all’interno di un’importante vasca bianca realizzata con tecnologia Penetron Admix e parte degli impianti tecnologici dipendono dalla presenza d’acqua nel sottosuolo.
L’acqua di falda, infatti, viene utilizzata da due pompe di calore alimentate da energia elettrica fornita dai pannelli fotovoltaici posizionati in copertura; la produzione dell’energia termica. necessaria al funzionamento dell’albergo viene affidata alle prime due macchine termiche e ad una terza pompa di calore che sfrutta l’energia recuperata dalle acque grigie prodotte nell’edificio.
Una modesta dotazione di collettori solari termici, due termocamini ed un impianto di ventilazione meccanica esteso a tutti gli ambienti, completano un sofisticato apparato impiantistico, perfettamente integrato in un involucro edilizio molto performante (anche grazie ad un ottimo fattore di forma) che consente di raggiungere la miglior classe energetica A4.