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L'intervento di ristrutturazione ed ampliamento della Menabrea S.p.A., il più antico birrificio italiano in attività, è il risultato di un percorso che i committenti hanno intrapreso insieme ai professionisti e alle imprese, per conciliare le esigenze di rinnovamento dell'attività produttiva, con la volontà di ridurne l'impatto ambientale e rispettare il contesto storico. I principi a cui si è rigidamente attenuto il progetto si possono riassumere in pochi punti: - realizzare una nuova sala cottura per contenere un impianto altamente performante ed in grado di ottimizzare la produzione, riducendo drasticamente il consumo di acqua e le emissioni in atmosfera; - ottimizzare gli spazi per contenere l'utilizzo di suolo; - garantire un elevato livello di sicurezza in cantiere e per gli utenti finali; - assicurare un ambiente funzionale e di piacevole impatto estetico.
Analizzando le peculiarità del contesto ambientale, si è optato per un edificio che, nel rispetto dei limiti dimensionali imposti dalle normative, si uniformasse con lo skyline esistente, ma al tempo stesso si denunciasse come un innesto contemporaneo con una propria identità compositiva e architettonica.
Gli input progettuali da cui si è partiti, oltre a quelli legati alle esigenze specifiche della committenza, sono essenzialmente: - mantenere la continuità con la cortina esistente nell'allineamento e nella compattezza della massa muraria; - alleggerire i piani sovrastanti con pareti trasparenti che emergono dal volume principale, quasi dissolvendosi.
Sia la parte costruita ex-novo, sia quelle retro e latistante su cui è stata fatta una ristrutturazione, sono state pensate appositamente per lanciare il messaggio di innovazione e rinnovamento di questa azienda pluricentenaria, uno dei simboli del territorio biellese e famosa in tutto il mondo.
Per rispettare le tempistiche imposte dalle esigenze di produzione e con i limiti spaziali del cantiere, si è optato, ove possibile, per elementi preassemblati e posati a secco: - struttura portante metallica e solai a spessore ridotto in cemento armato su lamiere collaboranti; - tamponamenti laterali costituiti da una stratigrafia di materiali diversi (lastra idrorepellente, materiale isolante in lana di roccia, pannelli coibentati in lamiera) e facciata ventilata realizzata con pannelli prefiniti su struttura portante in profili estrusi di alluminio; - copertura in pannelli coibentati di acciaio preverniciato e soprastante manto in lastre grecate; - specchiature realizzate con manufatti vetro/alluminio brevettati “alta sicurezza”.
Per la finitura di facciata, dopo attenta analisi delle svariate tipologie in commercio, si è optato per i pannelli della ditta Rockwool, rispondenti perfettamente alle esigenze progettuali e alla caratterizzazione estetica cercata, e disponibili in una vasta gamma di cromie, tra cui è stata selezionata quella che meglio ricordava il colore della bevanda prodotta dallo stabilimento. Oltre a riprendere il colore della birra, la particolarità conferita dalla finiture mutevole per l'incidenza della luce, garantisce dinamicità a tutto il volume, rendendolo sempre differente agli occhi di chi lo osserva e distinguendolo dagli edifici attigui, senza tuttavia imporsi in maniera eccessiva nel contesto.
L'incontro tra il volume pieno del colore della bevanda e l'ultimo piano, realizzato con vetrate trasparenti e a sbalzo rispetto al filo del fabbricato, ricordano l'effetto del boccale di birra e rendono visibile dall'esterno la parte più significativa del nuovo impianto con un richiamo immediato al prodotto ultimo dello stabilimento.
I tini e le caldaie in acciaio si intravedono e si confondono in un gioco di luce, che pian piano si dissolve nel colore del cielo che filtra attraverso i lucernari.