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意大利葡萄酒庄园现代重生

2018/03/06 00:00:00
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La Cantina Santa Margherita, fondata nel 1935 dal Conte Gaetano Marzotto a Fossalta di Portogruaro, rappresenta un pezzo della storia imprenditoriale italiana, che completa un progetto più ampio che ha visto la creazione di un modello sociale di città. L’attuale proprietà porta avanti i criteri di modernità e innovazione che hanno caratterizzato l’azienda fin dalla sua nascita.
In quest’ottica è stato affidato allo studio di architettura Westway Architects, il progetto di restyling degli edifici esistenti al fine di dare coerenza estetica all’intero complesso e allo stesso tempo migliorare la qualità e le prestazioni dell’ambiente di lavoro.
Il progetto architettonico diventa emblema della trasformazione aziendale e si è sviluppato per fasi.
Parte dalla riqualificazione delle aree di stoccaggio e vinificazione, della cantina e degli uffici e si conclude con la recente realizzazione dell’edificio destinato all’imbottigliamento.
Questa ultima fase di progetto risponde alla necessità della Committenza di realizzare una nuova linea di imbottigliamento con il relativo spazio di stoccaggio.
L’edificio di 2.600 mq nasce dalla riconversione dei vecchi edifici industriali degli anni ’30 e crea un ambiente di lavoro moderno ed efficiente.
Il progetto trae le proprie ragioni dalla volontà di costruire una relazione visiva forte tra gli edifici nei quali oggi si trova la Santa Margherita, quindi il lato est del piazzale dietro la cosiddetta “Casa Rossa” che accoglie gli uffici del gruppo Zignago, e questi nuovi che si trovano sul lato ovest, senza però alterare sensibilmente l’attuale sagoma degli edifici, che si presenta con una serie di facciate disegnate in sommità dall’andamento delle falde di copertura.
Per evitare però che nell’esposizione EST – SUD l’edificio potesse soffrire per il carico termico della radiazione solare, parte della facciata di ciascuna campata è stata lasciata opaca e ruotata per essere maggiormente schermata dal sole.
Partendo da queste considerazioni si sono ottenute quattro unità composte dalle capriate che, tutte insieme, costituiscono una teoria di elementi che si innesta sull’edificio preesistente sul lato Nord, integrandolo per volumi e finiture.
Le facciate sono state rivestite con lamiere metalliche della stessa tipologia di quelle esistenti nel precedente intervento, in modo da amalgamare i nuovi edifici con quelli già ristrutturati al fine di creare un insieme con forti caratteristiche urbane di continuità.
La copertura dell’edificio dell’imbottigliamento è realizzata con grandi travi in legno lamellare a campata unica che utilizzano l’intera profondità del lotto, poggiandosi su pilastri posti alle estremità e realizzati in C.A. gettato in opera.
L’involucro è costituito da una stratigrafia articolata e montata a secco che prevede la finitura interna in doppia lastra di cartongesso idrofugo su cui posare i rivestimenti interni e che si appoggia ad una struttura di supporto anche allo strato esterno, avvolto questo da pannelli di isolamento protetti dallo strato di finitura esterno in lamiera aggraffata.
L’intero complesso è stato studiato secondo i criteri di sostenibilità e risparmio energetico.
Il complesso della Cantina è caratterizzato dal sistema di coperture che segue l’andamento degli edifici esistenti. Fulcro dell’insediamento è la pensilina che, correndo per 110 mt lungo il fronte principale, integra i diversi blocchi produttivi esistenti e ne costituisce l’elemento unificatore. L’architettura solida della pensilina, dettata dalla sismicità della zona, è realizzata con travi e pilastri ad angolo retto; gli elementi verticali, alti 6 mt, sono disposti da una parte a ridosso degli edifici, in modo da non intralciare la movimentazione dei mezzi, dall’altra in asse con gli alberi esistenti, creando un corridoio funzionale in cui architettura e natura si alternano. La luce tra le travi, 30 mt, lascia libero uno spiazzo di 3.000 mq che crea l’ampia piazza fra gli edifici. L’area di vinificazione e la cantina diventano parte costitutiva del prospetto del fronte principale, che si presenta come un susseguirsi di vuoti e pieni, zone opache e trasparenti. La facciata dell’edificio degli uffici è sagomata sul profilo dell’edificio retrostante e incisa da finestre ad imbotte che convogliano la luce naturale all’interno. Il rivestimento a doghe verticali in zinco titanio di due colori, rosso nella parte bassa e grigio nella parte superiore, da dinamicità alla composizione. Il nuovo edificio per l’imbottigliamento, ultimo a essere stato realizzato, completa il complesso produttivo, trasformandolo in una vera e propria Cittadella del Vino.
progetto architettonico e direzione lavori
Westway Architects, Roma Luca Aureggi Maurizio Condoluci team di progetto Flavia Migliorini Cecilia Pazzini Francesco Danielli 
main contractor VRC_Veneziana Restauri Costruzioni
consulenti progetto strutturale: Studio Alot – Ing. Marco Tobaldini progetto impianto meccanico: Delta TI progetto impianto elettrico: Ivan Guerra consulente alle pratiche amministrative: Arch. Florio Favero consulente antincendio: Vincenzo Milan lighting designer: Marco Stignani 
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