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Un intervento atteso da tempo per colmare una lacuna che rendeva davvero difficile la gestione dei flussi di una delle più importanti istituzioni del territorio, un complesso intervento di recupero che coinvolge più edifici in una delle città più fragili del nostro paese. AERtetto ha contribuito alla realizzazione dello studentato di Santa Marta per gli allievi dell’Università Cà Foscari di Venezia fornendo il sistema AERcoppo® per la copertura del “Parallelepipedo”, uno degli edifici più importanti del complesso che ospita le stanze per gli studenti ma anche alcuni spazi comuni.
L’obiettivo era chiaro da tempo. Soddisfare la richiesta di posti letto per gli studenti di uno dei più importanti atenei del nostro paese. Il nuovo studentato di Santa Marta permetterà infatti di ospitare giovani fuori sede, provenienti da ogni parte del mondo, che frequentano i corsi dell’Università Cà Foscari di Venezia e, conseguentemente, alimenterà la vita sociale del territorio del sestiere di Dorsoduro. Un intervento fondamentale per recuperare momenti di vita quotidiana in un contesto con la sua unicità culturale, ma anche la sua complessità urbanistica, un tentativo di allontanare lo spettro di città solo turistica che sta ormai condizionando inevitabilmente il futuro di Venezia. Un’iniziativa articolata che si fonda sul diritto allo studio e sull’housing sociale, in quanto per la gran parte dei posti letto disponibili, applicherà le tariffe fissate dall’Ente per il Diritto allo Studio Universitario e canoni calmierati in linea con gli importi stabiliti dal Contratto Abitativo Concertato del Comune di Venezia.
Un vero e proprio Campus Universitario nel quale potranno soggiornare 650 studenti, che ha preso vita grazie a un progetto complesso che ha coinvolto una porzione di tessuto urbano articolata ed alcuni volumi storici per lo più risalenti a fine ‘800, che fino al 2014 hanno ospitato le attività didattiche e di ricerca dell’area scientifica di Ca’ Foscari. Nel complesso un’operazione economicamente impegnativa del valore di circa 30 milioni di euro, promossa dal Fondo Erasmo grazie alle risorse rese disponibili da CDP Investimenti SGR attraverso il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA), dal Fondo Aristotele (interamente sottoscritto da INPS) e dal MIUR.
Lo Studentato di Santa Marta è un primo intervento che anticipa un piano più ampio che sarà il risultato di una riflessione globale sul delicato tema degli alloggi per studenti. Ca’ Foscari è il primo tassello del progetto che prevede anche la realizzazione di un campus a San Giobbe con 225 posti letto ed un altro in terraferma, oltre ad uno a Mestre, con altri 140 posti per un totale di mille alloggi, duplicando di fatto il numero di alloggi per questo tipo di target disponibili attualmente a Venezia, che fino ad oggi era rappresentata quasi esclusivamente da iniziative private. Un valore aggiunto che contribuisce a migliorare l’offerta di Cà’ Foscari e ne accresce il prestigio a livello internazionale, perché accanto all’eccellenza della didattica che le è sempre stata riconosciuta, è oggi necessario offrire servizi adeguati alle esigenze di giovani che viaggiano continuamente, ma hanno allo stesso bisogno di “sentirsi a casa”, anche quando sono lontani dai luoghi di origine.
Il nuovo complesso consta di tre edifici principali, “Cubo”, “Parallelepipedo” ed “Edificio Sud”, oltre a spazi comuni, piazze e verde urbano. Tre edifici diversi per un progetto integrato di demolizione e ricostruzione, di restauro conservativo, ma anche di nuova costruzione. Complessivamente un intervento che ha interessato una superficie totale di 20.000 mq di cui 15.000 mq interni e 5.000 mq esterni, per un totale di 650 posti letti disponibili.
L’idea fondante del progetto è quella di affiancare alle stanze una serie di servizi concepiti per favorire la vita di comunità degli ospiti. Circa un terzo delle superfici è infatti occupato da spazi comuni, con servizi a supporto della didattica o pensati per il tempo libero. Inoltre, in accordo con il Comune di Venezia, l’intervento ha previsto la sistemazione di un’area verde, di pertinenza del complesso, da condividere con la cittadinanza. Uno spazio pubblico di 1800 metri quadri, attorno al quale ruota l’intero assetto costruttivo e che permette di mettere in comunicazione diretta il campus, con l’area residenziale che lo circonda. Un nuovo luogo di aggregazione, una soluzione che dovrebbe favorire quella “mixed use” e commistione di target, che è fondamentale per l’integrazione degli studenti nella città e perché il Campus non diventi solo un dormitorio.
L’Architetto Alberto Albertini del Consorzio di Progettazione Venezia è il progettista dell’intero intervento, nonché Direttore Lavori. Così introduce le linee guida del progetto: “La scelta distributiva è stata quella di collocare al piano terra degli edifici tutte le attrezzature comuni ed i servizi, mantenendo l’area a verde come elemento connettivo di distribuzione. I piani superiori sono destinati agli alloggi che sono stati consegnati già ammobiliati e dotati di servizi igienici, angolo cottura, oltre a un’area-studio. Per quanto riguarda i servizi comuni, nell’edificio Cubo avranno sede reception, front-office, uffici, aule studio, sala conferenze, sala TV, palestra, lavanderia e sala giochi. L’edificio Sud ospiterà invece alcune sale video e sale riunioni, nonché il complesso bar - area colazioni - distributori automatici di cibi e bevande. Nell’edificio Parallelepipedo, infine, avranno sede al piano terra la segreteria, alcuni uffici, l’area ritrovo, una sala riunioni e i servizi igienici, mentre al piano primo saranno ubicate sala studio e sala video”. Nel dettaglio l’edificio Cubo ospiterà 286 posti letto, ripartiti in 67 stanze doppie e 152 singole, il Parallelepipedo 136 posti letto, ripartiti in 59 stanze doppie e 18 singole, mentre l’Edificio Sud 228 posti letto, ripartiti in 112 stanze doppie e 4 singole.
I tre edifici che compongono il complesso sono stati interessati da interventi di diverso tipo racconta il Geom. Ugo Riccio, Capo Commessa dell’Impresa CMB che ha realizzato l’intervento: “Abbiamo lavorato in alcuni casi con interventi puntuali di restauro conservativo, ma nella gran parte del progetto abbiamo dovuto intervenire in modo sostanziale sui fabbricati, sia dal punto di vista strutturale e di consolidamento, sia ovviamente per tutto quanto riguarda la parte impiantistica e distributiva dei singoli livelli degli edifici. Alcuni volumi sono stati completamente svuotati, mantenendo inalterata la facciata originale e ridefinendo la distribuzione interna”.
Particolarmente interessante si è rivelato l’intervento sul cosiddetto edificio Parallelepipedo, un volume lungo 180m e largo 15m. “Questo edificio” – racconta l’Arch. Albertini - “ospitava in precedenza alcune aule e gli uffici della Facoltà di Chimica e non è stato semplice trasformarlo in una residenza studentesca che comprendesse le stanze, ma anche aule e spazi comuni e di svago. Abbiamo sviluppato un progetto attento all’identità del luogo ed ai suoi caratteri architettonici, che potesse allo stesso tempo soddisfare le nuove esigenze funzionali e preservare la storia di un tessuto simbolo delle trasformazioni della città lagunare. Nel dettaglio abbiamo mantenuto invariate le facciate e trasformato completamente l’interno, conservando solamente alcuni solai preesistenti e in buone condizioni. Ovviamente la suddivisone dello spazio disponibile è mutata radicalmente per dimensionare e distribuire correttamente gli alloggi all’interno del volume”.
Grande attenzione è stata dedicata alla copertura, la cui geometria complessiva è determinata dall’affiancamento di due doppie falde tradizionali, accostate parallelamente lungo un impluvio centrale. Una forma, che accanto al numero considerevole di abbaini aperti in copertura, circa 180, ed alla volontà di integrare una serie di pannelli fotovoltaici e per il solare termico, ha senza dubbio influenzato le scelte dei progettisti e determinato l’impiego di sistemi particolari, come nel caso di AERcoppo®.
Motivazioni che hanno orientato quindi la scelta su AERcoppo® che grazie al suo sistema di aggancio puntuale ottenuto tramite i piedini, consentiva di soddisfare le esigenze del progetto e di fissare il manto alla struttura, unicamente sulle linee di partenza e di arrivo. La leggerezza intrinseca del sistema e la possibilità di variare facilmente la posizione dei supporti, permetteva inoltre di seguire la geometria e gli ingombri dei volumi sulla copertura.
Una valenza di sostenibilità quindi, come nello spirito green che permea l’intero progetto. Il complesso è in classe energetica A, mentre singolarmente il Parallelepipedo è in Classe A1 e gli edifici “Sud” e “Cubo” in A3, grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili garantito dall’impianto fotovoltaico da 54,93 KWP e dai 12 pannelli per il solare termico.