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Alla base del progetto della boutique di Milano c’è l’analisi degli store Creed realizzati all’estero e l’attenzione all’evoluzione dei prodotti nel corso del tempo.
Un marchio che è stato capace di contrapporre e coniugare la contemporaneità e l'evoluzione con il rispetto e la memoria del passato, anche con l'utilizzo di materiali e colori inusuali.
Nel progetto si è scelto di ripercorrere questa strada richiamando l’atmosfera di fondo dei negozi già realizzati, ma utilizzando anche materiali differenti e riprendendo solo alcuni elementi formali di queste esperienze, con l’obiettivo di attualizzarle e caratterizzarle in maniera diversa.
Le caratteristiche dei locali in via Della Spiga, ambienti irregolari e fortemente allungati, posti su due livelli, la presenza al piano terra di due grandi vetrine oltre che della scala, hanno escluso sin dall’inizio la possibilità di utilizzo della simmetria, elemento caratterizzante del concept Creed, come base geometrica del progetto.
E’ invece la griglia espositiva a parete che, scomposta e allungata in maniera irregolare, diventa l’elemento ordinatore dello spazio, un omaggio agli allestimenti milanesi di Franco Albini.
La griglia corre al di sopra dei contenitori, realizzati con bordature in profili in metallo dorato e campiture in vetro bianco e corre sull’intera parete del piano terra del negozio, smagliandosi e protendendosi solo con degli esili profili che disegnando lo spazio diventano l’espositore della vetrina.
Al primo piano, nella “private lounge”, oltre ai divani e alle poltrone troviamo un espositore simile a quello del piano terra che, proseguendo verso il fondo del negozio, diventa invece una parete compatta dove i profili in metallo delimitano le grandi campiture in vetro bianco e delle nicchie dai lati interni retroilluminati che accolgono i flaconi delle collezioni storiche Creed, realizzando un vero e proprio piccolo museo.