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Uno spazio commerciale che cerca di aprirsi alla città diventando esso stesso piazza, un interno che diventa ideale prosecuzione dello spazio urbano. Per definire questo nuovo interno urbano siamo partiti dalla suggestione delle “Piazze d’Italia” di Giorgio De Chirico, con le ripetute quinte ad archi che vanno a definire e delimitare la piazza.
Per De Chirico “la struttura architettonica ad archi è la metafora dell'eterno presente, in quanto elemento che riunisce in sé concretezza e astrazione, pieno e vuoto, interscambio di interno ed esterno, proiezione di luce e ombra” (Baldacci 1997, p. 96)
La struttura ad arco diventa elemento fondante dell’intervento; i manufatti monolitici centrali come vestigia di un’architettura perduta, definiscono lo spazio centrale che si sviluppa attorno al cubo in dialogo con la sfera luminosa soprastante. I portici laterali accompagnano i clienti in un’ideale passeggiata nella piazza immaginaria.
Il piano interrato, che ospita la moda maschile, è protagonista di un intervento meno radicale rispetto al piano terra ma che comunque ne rinnova il carattere. Il grande pilastro centrale diventa il perno attorno al quale ruota la giostra della moda con appenderie in acciaio satinato. Nel nuovo disegno dello spazio viene ricavato un angolo dedicato all’uomo classico mentre le vetrate esistenti vengono ripensate come delle grandi finestre proiettate verso un rigoglioso giardino tropicale.