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L’edificio è situato nel comune di Milano in un lotto compreso tra via Santa Maria Segreta e via Negri. Oltre alla sua posizione privilegiata, tra la piazza Cordusio e piazza Affari, l’edificio è un manufatto di pregio ed è identificato da una sua specifica scheda che lo identifica in area Naf, nel Piano di Governo del Territorio (al n. 1/407/4). Realizzato tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30 su progetto degli architetti Gio Ponti ed Emilio Lancia, l’edificio originale è costituito da un unico corpo di fabbrica sviluppato su cinque piani fuori terra, di cui l’ultimo arretrato rispetto alla cortina principale. La facciata è composta da un basamento rivestito in pietra su tre livelli, da un corpo centrale intonacato e da un coronamento arretrato. Le scansioni sono sottolineate da cornicioni orizzontali. Le aperture e le relative decorazioni creano un effetto di luci ed ombre utile a dare solidità al volume. I tamburi a decoro delle aperture al piano terra sono stati precedentemente rimossi. Il fabbricato si compone anche di due piani interrati. I piani fuori terra erano totalmente dedicati ad uffici, il piano meno uno ospitava il caveau della banca. Il secondo piano interrato ospita da sempre le macchine degli impianti.
Il progetto di ristrutturazione ha avuto come obiettivo quello di rendere più trasparente e aperto l’immobile, sia al piano terra sia in copertura. Austerità, classicità, controllo degli accessi erano perfetti per banche e assicurazioni nella fase di concezione del progetto originale. Oggi, invece, l’apertura, le relazioni, la disponibilità a farsi attraversare sono indispensabili nell’avviare processi in positivo nei luoghi del risparmio ed investimento. Con un lavoro attento e puntuale, Il Prisma ha reso più trasparente e luminoso l’immobile. Per questo le aperture del piano terra sono diventate vetrine, le coperture non calpestabili si sono fatte terrazze e punti di vista sulla città. La nuova concezione di banche e assicurazioni è evidente nelle parole chiave che hanno guidato il progetto degli spazi del piano terra: passaggio, sosta, orientamento, relazione. Sul palazzo civile di Gio Ponti il progetto de Il Prisma ha cercato di generare un delicato squilibrio utile ad accogliere le nuove dinamiche lavorative del gruppo Itas.
Il progetto interviene in modo puntuale sulla facciata, in copertura e negli interni. In facciata sono state portate a terra le aperture su via Santa Maria Segreta, così com’era già stato fatto su via Negri, in modo da creare delle vetrine. Gli imbotti sono stati evidenziati da un nuovo rivestimento in pietra di serizzo, materiale che caratterizza i primi tre livelli fuori terra. Il brand del conduttore è presente in modo discreto, come da richiesta della Commissione del Paesaggio, tramite l’inserimento di un logo metallico su via Negri. Il piano quinto era stato progettato da Gio Ponti arretrato rispetto alla sagoma complessiva dell’edificio, in sostituzione al sottotetto. Il progetto ha previsto la rimozione della guaina bituminosa del manto di copertura che compensa la differenza tra il piano quinto e il piano quarto e la realizzazione di una terrazza calpestabile. Viene effettuato, inoltre, uno spostamento parziale di SLP dal piano mezzanino e dai nuovi cavedi al piano sesto di nuova costruzione. Questo risulta di molto arretrato rispetto alla facciata, ragione per cui dalla strada non verrà percepito. Inoltre esso appare in tutto simile al piano quinto: volume bianco con serramenti in alluminio colore grigio scuro. All’interno del nuovo volume si trova la board room del gruppo Itas. Il progetto degli interni ha previsto area welcome e ristorazione al piano terra e aree di produzione agli altri piani con uffici chiusi, alternati ad aree open.
Riconoscibilità del nuovo intervento attraverso l’utilizzo consapevole di materiali contemporanei e scelte tipologiche che in parte scardinano l’austerità dell’edificio, ove l’obbiettivo sia una rottura con vocazioni passate, in parte si pongono in continuità con linee e forme preesistenti, nel rispetto e in virtù dell’enfatizzazione di vecchi principi. Grandi campiture vetrate e finiture in lamiera metallica, sagomata e forata a campione, sono gli elementi che matericamente definiscono l’intervento.
Fondamentale l’approccio ai benefit energetici e funzionali, tramite la sostituzione di tutti gli impianti con impianti di nuova generazione e la realizzazione di un capotto interno in tutto il perimetro dell’immobile. Da non trascurare la risposta agli adempimenti energetici, in cui gli efficientamenti impiantistici e formali hanno generato vantaggi che portano l’immobile alla massima capacità performativa.