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Progettazione per realizzazione di stand fieristico della MARIO FRIGERIO SPA per la fiera Internazionale dell'Industria del Cavo e del Filo metallico a Düsseldorf anno 2008. Incarico comprensivo di progettazione esecutiva, D.L. e direzione artistica.
PROCESSI DI SEDIMANTAZIONE
La MARIO FRIGERIO S.p.a. si presenta al WIRE 2008 con uno stand che si configura come una “macchina” espositiva ricca di contenuti; un contenitore moderno in grado di coniugare il carattere altamente tecnologico della propria produzione con le istanze artistiche, ad alto contenuto concettuale, qui rappresentate dai lavori esposti di Marco Ronchi, scenografo-artista in Milano.
E’ una scommessa, una novità che vuole scuotere il visitatore creando in lui una curiosità positiva. Sono suggestioni differenti, in grado di comunicare, in un gioco di rimandi tra due mondi apparentemente distanti, ma in realtà vicini: il “fare” del mondo industriale ed il “fare” artistico e artigianale.
A fare da filo conduttore, in grado di unire e legare concettualmente queste due realtà, un materiale: il ferro, tema centrale della fiera e tema centrale della “mostra nella mostra”.
Da una parte quindi la produzione industriale della MARIO FRIGERIO per la lavorazione del filo, garanzia di qualità e solidità consolidata nel tempo -si vuole ricordare che la data di fondazione della ditta risale al 1897- e nel mondo, dall’altra le lastre di Marco Ronchi, testimonianza artigianale del fare artistico; lastre di polistirolo ad alta densità, finemente lavorate a richiamare la matericità del ferro e la produzione industriale tipica del territorio lecchese.
Queste lastre che richiamano alla memoria contesti urbani metropolitani, a forte identità industriale, recano sulla loro superficie gli strati del tempo che passa, processo di sedimentazione in movimento lento e costante, tra passato e futuro generando nello spettatore un’apparente dicotomia tra mondo industriale e visione artistica.
Infatti la concretezza e la “solidità” materica tipica del ferro si coniugano con il mondo astratto e concettuale dell’arte fattasi materia manipolata, rovinata ed invecchiata artatamente nelle lastre esposte, vere e proprie spettatrici della vita che passa: le lastre come memoria del passato, sedimentato su di esse e porta per il futuro.
(Mattia Colombo – architetto)